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Caffè letterario. Quarto incontro – Tipi umani

Il nostro quarto incontro si sofferma su tipi a dir poco singolari ma che, in un modo o nell’altro, incarnano tendenze e qualità – perlopiù sgradevoli – con cui ci è probabilmente toccato fare i conti almeno ogni tanto. Il caso più patologico è forse quello di un uomo che accumula ferraglie come fossero un tesoro, dedicando a quei pezzi inerti una cura e un amore che non è capace di provare per gli uomini. Questi è un vero e proprio ossesso, muto e inaccessibile in fondo al suo bunker di cianfrusaglie: la moglie non può che trattarlo “con gli atti di una persona abituata a compiacere un bambino” (Carlo Levi, Il maniaco). Da questo caso, inquietante per il suo mutismo, si passa all’opposto, alla chiacchiera insistente che il seccatore tratteggiato da Carlo Emilio Gadda impone ai malcapitati che incontra (Gadda, Lo scocciatore). Lo stile si innalza, si fa pomposo per dare esiti grotteschi, caricaturali: il seccatore è uno venuto a “testimoniarci con interminabili salive il suo rimemorante entusiasmo per la nostra persona”. Solitamente lo scocciatore è qualcuno di cui non ci ricordiamo, e il narratore infatti si lancia in un turbinio esilerante di ipotesi sull’identità dell’uomo che lo ha approcciato e che non sembra intenzionato a lasciarlo in pace. Non deve essere più piacevole avere a che fare con un pignolo, e per giunta con un pignolo vanitoso (Moravia, Pignolo): questi, che in passato era un amico del narratore, non fa altro che mettersi al centro dell’attenzione, descrivendo con inutile precisione la cravatta appena comprata, la macchina nuova di cui tiene il volante “con le due mani, con delicatezza, come se avesse tenuto la vita di una sposa”. Il tipo descritto da Mauro Covacich, infine (Covacich, L’uomo-che-soffia), è un operatore ecologico con “il volto ricco di esperienza, direi alla Bud Spencer”. Questi pulisce il parco la mattina presto con un attrezzo “concepito per soffiare”, da cui il nomignolo “l’uomo-che-soffia”. Tra lui e il narratore c’è una “ostilità viscerale, primigenia, del tutto evidente ancorché ben controllata”. E tuttavia da questa consapevolezza prende il via una riflessione più ampia sui rituali e le manie che ci inventiamo nel tentativo di dare un ordine e un senso alle nostre vite.

Vi ricordiamo che per partecipare, è necessario prenotare il posto presso la Segreteria dell’Istituto all’indirizzo: biblioteca.iicvilnius@esteri.it e richiedere il testo che si analizzerà durante l’incontro. Gratis per i corsisti IIC, studenti di italianistica e utenti di biblioteca dell’IIC. Agli altri chiederemo un piccolo contributo di 3 euro.

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  • Organizzato da: IIC Vilnius