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Caffé letterario. Primo incontro – Infanzia

Che cos’è l’infanzia, cosa rappresenta? Per molti di noi è un tempo innocente, quasi magico, sospeso. Ci viene raccontato di quand’eravamo bambini con tenerezza o con un’aria divertita, oppure a nostra volta ammiriamo e forse invidiamo i nostri bambini (o quelli degli altri), la loro curiosità, la loro energia, la loro mancanza di responsabilità. Ma gli occhi di uno scrittore vedono più a fondo di così, ci restituiscono un’immagine più complessa e problematica dell’infanzia, mettendola in relazione con il mondo degli adulti.

È quello che fanno i quattro racconti che discuteremo in questa rinnovata edizione del caffè letterario. In Bambino, di Goffredo Parise, un uomo mai stato padre incrocia lo sguardo di un bambino molto taciturno e misterioso. Pian piano tra i due nasce una specie di amicizia o complicità, il bambino comincia a rispondere alle domande dell’uomo ma in fondo rimane inconoscibile, sfuggente. Decisamente più inquietante la situazione in Il bambino tiranno di Dino Buzzati. Questo racconto rovescia il luogo comune dell’innocenza infantile mettendo in scena un bimbo diabolico: “Il bambino Giorgio, benché giudicato in famiglia un prodigio di bellezza fisica, bontà e intelligenza, era temuto”. A emergere non è tanto o solo la cattiveria del bambino, ma le ipocrisie dei rapporti fra gli adulti che fanno a gara per adularlo. Ne La macchina volante, Piero Chiara esplora con partecipazione la curiosità e l’inventività di un bambino di otto anni, Pierino. Uscito di casa per la prima volta, il piccolo comincia a conoscere il mondo e a desiderare il volo. Il lettore rimane con il fiato sospeso davanti alla determinazione di Pierino, che si costruisce un paracadute di fortuna per poi lanciarsi da un tetto, sopra gli sguardi spaventati dei cittadini… Con Il mare color del vino, di Leonardo Sciascia, si torna a una dimensione più prosastica, per niente fiabesca: un viaggio in treno verso la Sicilia, in un compartimento stipato, dove Lulù e Nené – due bambini molto maleducati e dispettosi – renderanno impossibile il sonno all’ingegnere Bianchi. Eppure, l’attitudine degli adulti è ambigua, indulgente: all’ingegnere in fondo diverte quella vivacità impertinente; e il padre chiama il figlio Nené “diavolo” ma lo fa “con gli occhi lucenti di orgoglio”.

Insomma, ogni autore propone una prospettiva diversa, complementare alle altre, sul cosa può significare essere bambini e – forse ancora più importante – su cosa noi adulti possiamo imparare da loro.

Vi ricordiamo che per partecipare, è necessario prenotare il posto presso la Segreteria dell’Istituto all’indirizzo biblioteca.iicvilnius@esteri.it e richiedere il testo che si analizzerà durante l’incontro.

Gratis per i corsisti IIC, studenti di italianistica e utenti di biblioteca dell’IIC. Agli altri chiederemo un piccolo contributo di 3 euro.

Prenotazione non più disponibile

  • Organizzato da: IIC Vilnius