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Poetai kalba itališkai. Susitikimas su Federico Italiano

Paskutinis iš trijų susitikimų, skirtų šiuolaikinei italų poezijai, kurių sumanytojas ir organizatorius – Davide Castiglione, bendradarbiaujant Italų kultūros institutui Vilniuje ir Asociacijai „ANILS Euroest”. Šįkart, jei bus sunku suprasti kai kuriuos žodžius ar posakius, specialioje pokalbių programėlėje (Chat’e) pagelbės Kauno Vytauto Didžiojo universiteto Italų studijų programos studentai.

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Federico Italiano è uno dei più apprezzati poeti della generazione dei nati nei ’70. Con Habitat (premio Tirinnanzi 2020) il suo percorso creativo si arricchisce di un importante quarto capitolo (dopo Nella costanza, 2003, L’invasione dei granchi giganti, 2010, e L’impronta, 2014; oltre alla selezione antologica Un esilio perfetto. Poesie scelte 2000-2015) che ne approfondisce la vocazione geo-poetica, la commistione di epica dell’esplorazione e confessione lirica, in una poesia aperta al mondo e cosmopolita, di raffinata ma mai invadente letterarietà. Tutte caratteristiche ben esemplificate da Sette tipi di bianco, il testo che è stato scelto per presentare il libro.

La voce poetica che ne risulta è al tempo stesso riconoscibile e camaleontica: riconoscibile perché percorsa dall’eleganza non leziosa dello stile, che si affida spesso a forme tradizionali (distici, terzine, quartine, quasi-sonetti, villanelle) nonché a un lessico medio, domestico, sul cui sfondo risaltano i numerosi toponimi; camaleontica perché l’io poetico sembra trasfuso e inglobato nei vari spazi in cui si cala, quasi a ricordarci che l’ambiente è una forma estesa di noi stessi, o che noi siamo soprattutto il nostro habitat, una rete di relazioni che ci fa diventare ciò che siamo.

Sette tipi di bianco

Attraversammo due secoli, due imperi,
l’est fece un balzo in avanti
e il balcone si popolò d’ipomee,
di basilico e coleotteri.

Una vita emerse tra le giraffe
di Schönbrunn, i cinghiali della riserva occidentale
e la cupola dorata sullo Steinhof.

L’inverno dava il rosso alle tovaglie,
e si tastava il fondo
con le calze fatte a maglia, serbando
in dispensa le bottiglie

più amare. Poi disegnammo
sette tipi di bianco, sette terre incognite,
da percorrere al buio: un grammo

di lievito, un foglio nuovo, caramelle
alla menta, una coltre di nebbia,
uno sbuffo di gesso,
la duplice semantica del sale.